La sostanza organica nella gestione sostenibile del suolo
Giornata studio sull’importanza della sostanza organica nella gestione sostenibile del suolo
Venerdì 13 dicembre | Giornata di Agricoltura Organica Rigenerativa
Dalle 9:00 alle 13:00 presentazione dello studio “Soil organic matter quality in an olive orchard differentially managed for 21 years”
13:00 Pranzo
Pomeriggio di analisi e approfondimento
Venerdì 13 dicembre, a partire dalle ore 9:00 presso la Cooperativa Nuovo Cilento (località Ortale, San Mauro Cilento, SA), vivremo una giornata di formazione gratuita, organizzata da EIT Food,in compagnia del prof. Adriano Sofo, docente di Chimica Agraria presso l’Università degli Studi della Basilicata, e la dott.ssa Rosangela Addesso, ricercatrice presso la stessa accademia. Durante la prima parte della giornata verrà presentato lo studio dal titolo “Soil organic matter quality in an olive orchard differentially managed for 21 years”, mentre nel pomeriggio visiteremo il frantoio della cooperativa, studieremo il compost ottenuto dalla sansa e andremo anche in campo, tra gli olivi.
Spiega la dott.ssa Rosangela Addesso: “Stiamo studiando un oliveto di Ferrandina in Basilicata, gestito in parte in modo convenzionale (con lavorazioni severe del suolo, fertilizzazione chimica e potature importanti) e in parte in modo sostenibile (cover crop, fertirrigazione riutilizzando le acque reflue trattate provenienti dalla città di Ferrandina, residui di sfalcio e potatura lasciati al suolo come pacciamanti). Tutto questo per ben 21 anni.
Cosa è successo? La sostanza organica del suolo nella gestione sostenibile e il contenuto di carbonio e azoto sono più che raddoppiati. Questo ha portato a un aumento della crescita microbica e quindi dell’attività biologica, alla base di un suolo sano. Più sostanza organica significa migliorare la ritenzione idrica del suolo, la sua struttura, la fertilità, i flussi del carbonio, la biodiversità. Proprietà importantissime, ognuna con la sua funzione ecologica. Altro dato molto importante: la produttività. Vi è un aumento del 30% di produzione di olive nella pratica sostenibile, considerando il lungo periodo. Stiamo lavorando ora sulla biodiversità microbica dei suoli. Insomma, stiamo scoprendo l’acqua calda. Queste pratiche, ovviamente innovate nella nostra contemporaneità, riflettono la stessa cura per la risorsa suolo di quelle che i nostri antenati hanno praticato per millenni. I danni ai suoli causati dalle pratiche agricole degli ultimi decenni stanno creando uno squilibrio ecologico notevole. Un sistema produttivo che ha pensato più alla quantità che alla qualità del cibo e dei nostri suoli. Intanto, sono 12 milioni gli ettari di oliveto presenti in tutto il bacino del Mediterraneo, molti di questi ultra centenari. Abbiamo una grande responsabilità nel proteggere questo patrimonio botanico che chi ci ha preceduto ci ha lasciato in eredità, e noi dovremmo fare altrettanto.”
Cosa è successo? La sostanza organica del suolo nella gestione sostenibile e il contenuto di carbonio e azoto sono più che raddoppiati. Questo ha portato a un aumento della crescita microbica e quindi dell’attività biologica, alla base di un suolo sano. Più sostanza organica significa migliorare la ritenzione idrica del suolo, la sua struttura, la fertilità, i flussi del carbonio, la biodiversità. Proprietà importantissime, ognuna con la sua funzione ecologica. Altro dato molto importante: la produttività. Vi è un aumento del 30% di produzione di olive nella pratica sostenibile, considerando il lungo periodo. Stiamo lavorando ora sulla biodiversità microbica dei suoli. Insomma, stiamo scoprendo l’acqua calda. Queste pratiche, ovviamente innovate nella nostra contemporaneità, riflettono la stessa cura per la risorsa suolo di quelle che i nostri antenati hanno praticato per millenni. I danni ai suoli causati dalle pratiche agricole degli ultimi decenni stanno creando uno squilibrio ecologico notevole. Un sistema produttivo che ha pensato più alla quantità che alla qualità del cibo e dei nostri suoli. Intanto, sono 12 milioni gli ettari di oliveto presenti in tutto il bacino del Mediterraneo, molti di questi ultra centenari. Abbiamo una grande responsabilità nel proteggere questo patrimonio botanico che chi ci ha preceduto ci ha lasciato in eredità, e noi dovremmo fare altrettanto.”
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